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"Produttività e cambiamento nell'industria italiana": il 5 novembre una giornata di studio al Sant'Anna

Data pubblicazione: 28.10.2009
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Produttività e cambiamento nell’industria italiana” è il titolo della giornata di studio promossa per il 5 novembre alla Scuola Superiore Sant'Anna (ore 10.00, aula magna) dal Laboratorio di Economia e Management e dal Centro Cafed (Centro di ricerca per le dinamiche economiche e finanziarie) per discutere sull’andamento e sulle prospettive del sistema economico italiano. All’apertura dei lavori da parte di Giulio Bottazzi seguirà la presentazione del volume “Produttività e cambiamento nel sistema industriale italiano: indagini quantitative”, con la partecipazione di Laura Rondi (Politecnico di Torino) e di Francesco da Silva (Università Milano Bicocca). Nelle due sessioni interverranno, fra gli altri, Sergio de Nardis (Isae) e Francesco Zollino (Banca d’Italia), Claudio Colacurcio (Prometeia) e Roberto Monducci (Istat). La recente crisi finanziaria ha provocato contraccolpi sostanziali sull'intero sistema economico. La contrazione della domanda di beni e servizi e la scarsa disponibilità di capitali, conseguente alla repentina caduta della liquidità finanziaria hanno colpito generalmente tutti i settori, anche quelli potenzialmente più promettenti. Passata o no, la tempesta finanziaria non soltanto ha rivelato le criticità del sistema finanziario globale ma ha anche esposto debolezze strutturali in tutte le economie sviluppate che non sono conseguenze di decisioni recenti, quanto piuttosto il risultato di tendenze di lungo periodo. L'Italia, la cui struttura produttiva è storicamente caratterizzata da un miriade di imprese spesso a gestione familiare, da una scarsa produttività del lavoro, che si è andata allontanando negli ultimi anni da quella delle maggiori economie europee, e da una specializzazione in settori tradizionali dove più forte e' divenuta la pressione competitiva dei paesi emergenti, rischia di trovare serie difficoltà nel recupero post-crisi e di vedere quindi un permanere di effetti nocivi per molti anni a venire. D'altro canto esistono svariati segnali positivi. Nel nostro paese il livello di disoccupazione è piuttosto basso ed in media il tasso di impiego ha resistito bene al recente shock globale. La forte eterogeneità delle imprese italiane significa che anche a fronte di performance mediocri dei settori produttivi, esiste un universo di imprese sane e profittevoli. Per le nostre imprese esportatrici più dinamiche la globalizzazione dei mercati non rappresenta un ostacolo, ma una opportunità. Esistono settori emergenti, ma anche tradizionali, che ottengono buone quote di export e, anche se con ritardo, la nuove tecnologie informatiche stanno prendendo progressivamente piede rivalutando il nostro capitale produttivo. Questi segnali positivi ci lasciano sperare in una inversione di tendenza? E' possibile immaginare che il superamento di questa crisi diventi uno stimolo per la componente più dinamica dell'economia italiana? O invece il pesante bagaglio di ritardo strutturale nei mercati e nelle infrastrutture diventerà un macigno che ci condannerà ad un recupero lento ed imperfetto? A tutte queste domande cercherà di dare una risposta la giornata di studio.
La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, inviando una mail a laura.ferrari@sssup.it